PROLOGO

 

 

Primo lunedì dopo capodanno, Sacramento, Capitale della California. La donna dai capelli rossi se ne sta immersa nella vasca idromassaggio da cui emergono solo la testa, il collo e parte delle spalle. I suoi occhi sono chiusi e sul suo volto c’è un’espressione soddisfatta.

Quali che siano i pensieri che sta inseguendo, sono interrotti dalla voce di un uomo che le dice:

-È ora, Lucille.-

            La donna apre gli occhi e sorride per poi replicare:

-Lo so e sono pronta.-

            Si alza in piedi ed esce dalla vasca, poi, incurante della propria nudità, fa qualche passo avanti e si china a raccogliere un accappatoio.

            L’uomo in piedi davanti a lei, capelli biondi, occhi grigi e penetranti, quarant’anni circa, non può notare il marchio sulla sua natica sinistra, un marchio a forma di pentacolo rovesciato che sembra brillare di una luce bruciante. Lui è tra i pochi a conoscere il vero significato di quel simbolo come pure chi sia veramente la donna che ha di fronte.

-Andiamo.- si limita a dire lei.

            La donna percorre un corridoio ed entra in una camera da letto. Ne esce poco dopo indossando un abito senza maniche che le arriva sino al ginocchio.

-Credi che sia l’abito più adatto per un giuramento solenne?- le chiede il suo compagno.

-E tu credi davvero che abbia importanza adesso, Des?- ribatte lei.

            Lui si lascia sfuggire una risatina e replica:

-In effetti, no, Signora Governatrice.

            La donna fa un lieve sogghigno, poi si muove verso una grande porta facendo risuonare il pavimento con il rumore dei suoi tacchi. La porta si apre senza quasi che lei la tocchi e la donna esce all’aperto.

            Ad attenderla un picchetto d’onore composto da agenti nell’uniforme della California Highway Patrol che le fanno ala mentre sale su una limousine scura sul cui cofano sono appuntate la bandiera dello Stato della California e quella degli Stati Uniti d’America. Subito dopo che lei ed il suo accompagnatore vi sono entrati la limousine parte, preceduta e seguita da auto della CHP e da agenti in motocicletta.

            Mentre il corteo procede diretto verso il Campidoglio di Stato la donna si appoggia al sedile e si abbandona ad una risata.

-Sei felice, figlia?-

            A parlare è stato un essere dalla pelle rossa come il fuoco ed occhi brillanti che siede proprio di fronte a lei, un essere che solo lei ed il suo compagno possono vedere e sentire.

-Certo, padre.- risponde lei senza scomporsi -Grazie al potere che mi hai dato sono diventata il Governatore eletto con la più alta percentuale di voti di tutta la storia della California e tra meno di mezz’ora entrerò ufficialmente in carica.-

-Ed è solo l’inizio.-

-Certo, il prossimo passo sarà conquistare la Casa Bianca e con te al mio fianco non ho dubbi che ci riuscirò.-

-Poi…-

-… il resto del Mondo si sottometterà o perirà.-

            E Lucille Abadon, Governatore Eletto della California e figlia del Diavolo, ride.

 

 

Hai danzato con il Diavolo nel pallido plenilunio?

(Il Joker in Batman di Tim Burton 1989)

 

 

 

 

  

 

#87

 

DANZANDO CON IL DIAVOLO

 

1.

 

 

            Contea di Los Angeles, qualche tempo prima. L’alba sorge a Beverly Hills ed illumina lo storico edificio posto all’angolo tra Wilshire Boulevard e Rodeo Drive che dal 1928 ospita il prestigioso Beverly Wilshire Hotel. Qui hanno dormito presidenti, governatori e celebrità varie. Qui era ambientato il film “Pretty woman” ed è qui che, in una delle sue suite, è ospite attualmente una coppia particolare.

Lui è un giovanotto biondo e di bell’aspetto il cui nome è Frank Drake, ufficialmente agente di borsa ma in pochi sanno che è un discendente diretto del più famoso vampiro del mondo, il Conte Dracula, ed è anche un cacciatore di vampiri, creature che i più credono leggenda, ma che lui sa essere una dolorosa realtà.

La donna che dorme nel grande letto matrimoniale è anche lei bionda. Si chiama Katherine Fraser, è scozzese ed è anche un Ispettore Detective di una speciale divisione del Servizio di Polizia Metropolitana della Grande Londra, universalmente noto con il nomignolo di Scotland Yard, che si occupa di casi che coinvolgono il soprannaturale ed altre cose bizzarre ed insolite.

La rotondità ormai evidente del ventre di Kate è l’inequivocabile dimostrazione del fatto che Kate è incinta. Frank è ovviamente felice di diventare di nuovo padre ma è anche dolorosamente consapevole dei rischi a cui è esposta sua figlia ancor prima di nascere. Sua moglie Marlene è stata vampirizzata da Dracula ed a lui è toccato il triste compito di ucciderla definitivamente per impedire che risorgesse come vampiro.[i] Ancora Frank non sa se il piccolo Quincy, il suo primogenito, abbia riportato traumi in seguito a quella vicenda ed ora ha un’altra figlia in arrivo, concepita quando il suo corpo era occupato dallo spirito di Dracula, la cosa avrà conseguenze? Forse sarebbe meglio non saperlo.

Il pensiero di suo figlio spinge Frank ad una telefonata alla sua residenza di Londra. La videochiamata gli rinfranca il cuore ma acuisce anche la mancanza del suo bambino La sua permanenza negli Stati Uniti si sta protraendo troppo a lungo, deve tornare a casa il più presto possibile..

Sta per riporre il telefono quando questo squilla. Numero sconosciuto. La cosa non piace a Frank, ma lui risponde comunque.

-Pronto?-

            Una voce di donna dice:

<<Se vuole salvare l’anima dei suoi amici Blade e Hannibal King non perda tempo a Los Angeles, Mr. Drake.>>

-Chi è lei? Che è successo a Blade e King?- replica Frank in tono sconcertato e preoccupato.

<<Troverà tutte le risposte nel Bayou, non lo dimentichi.>>

            La telefonata si interrompe di colpo lasciando Frank con molte domande senza risposta.

 

            Da qualche parte nella zona del Bayou, tra Louisiana e Florida qualche giorno prima. Blade non sa dire da quanto tempo lui e Dominique stanno camminando. Non sa se hanno attraversato il confine, qui nel Bayou assolutamente invisibile ad impalpabile, che separa la Louisiana dalla Florida i e nemmeno se stanno procedendo nella direzione giusta ma in qualche modo è sicuro di sì: c’è qualcosa che lo sta attirando come un magnete attira il ferro.

             Il caldo è opprimente ma la giovane mulatta che è con lui non sembra sentirlo.

-Non siamo lontani, Blade.- gli dice improvvisamente lei.

-Come fai ad esserne sicura?- ribatte lui.

-Lo sono.- è la semplice risposta

            I due proseguono ancora il loro cammino, poi, di colpo, la giovane Dominique si ferma ed il suo bel volto si incupisce.

-Che succede?- le chiede Blade perplesso.

-Non riconosci questo posto?- ribatte lei.

-Dovrei?-

-Abbiamo raggiunto le Everglades. Qui Calypso scomparve divorata viva dagli alligatori dopo aver cercato di ucciderti.-[ii]

-Sì, ora lo ricordo.-

-E ricordi anche cosa disse prima di essere fatta a pezzi?-

-Tu non eri qui, come fai a…?-

            La ragazza fa un amaro sorriso e risponde:

-Io so tutto quello che mi serve sapere, dovresti averlo capito. Quel che Calypso disse fu: tornerò. Forse quel momento è arrivato.

            Dalle acque limacciose della palude emerge lentamente una mano scheletrica.

 

            Whitby, North Yorkshire, Inghilterra, quella stessa notte. La giovane donna dai lunghi capelli rossi e la pelle candida siede nella posizione del loto sul pavimento di una vecchia villa vittoriana. Davanti a lei è tracciato un pentacolo su ciascuna delle cui punte è accesa una candela alla cui luce tremula i suoi occhi verdi sembrano assumere strani ed inquietanti riflessi. Le sole cose che indossa sono un medaglione che le ricade nell’incavo dei seni ed un paio di orecchini di smeraldo.

            La sua voce trema appena mentre dice:

-Mio signore, dammi un segno della tua presenza e della tua benevolenza.-

            Il fumo delle candele sembra condensarsi all’interno del pentacolo ed assumere la forma di un volto dai lineamenti indistinti e gli occhi luminosi. Subito dopo si ode una voce sepolcrale:

-Perché mi hai evocato, donna?-

-Questa tua indegna serva, ha una richiesta da farti, o grande e potente signore.-

-So cosa desideri e sono disposto a concedertelo, ma come ben sai, ogni cosa ha il suo prezzo.-

-Ed io sono pronta a pagarlo quale che sia.-

-Attenta a ciò che dici, Danielle. Ciò che ti chiederò potresti non accettarlo.-

-Ho consacrato a te la mia anima ed il mio corpo. Nulla di ciò che puoi chiedermi può spaventarmi.- replica, convinta, Danielle Seward.

            È solo una sua impressione o davvero su quel volto di fumo si forma un sorriso maligno? Danielle non potrebbe esserne sicura e prima che possa pensarci meglio l’essere parla di nuovo.

-Sei dunque pronta a fare ciò che ti chiederò?-

- Per il bene di mio fratello, sono disposta a fare qualunque cosa mi chiederai.- risponde lei ancora con decisione -

            Il Signore delle Tenebre ride poi parla, parla a lungo e Danielle Seward ascolta con attenzione.

 

 

2.

 

 

            Da qualche parte nella zona del Bayou, tra Louisiana e Florida, più o meno nello stesso momento. Blade affonda nelle acque melmose mentre uno scheletro femminile gli si avvinghia addosso ed ha una sensazione di dejà vu. Era stato proprio qui che la malefica mambo[iii] Calypso aveva tentato di strangolarlo ed annegarlo prima di finire divorata viva dagli alligatori. Possibile che sia proprio lei anche stavolta?

Il cacciatore di vampiri ha l’impressione di vedere addosso allo scheletro brandelli dei pur succinti abiti della strega e perfino brandelli di carne. Un’allucinazione? No, è vero: la carne si va riformando attorno alle ossa man mano che Blade diventa più debole. Nella sua mente risuona la voce della donna:

“Ti avevo detto, Blade, che nulla può uccidermi se io non lo voglio ed io voglio vivere, VIVERE!”

Blade capisce la terribile verità: Calypso gli sta letteralmente succhiando la vita come un vampiro tradizionale succhia il sangue delle sue vittime. Se fosse un uomo normale invece del mezzo Dampyr che è diventato sarebbe già morto ed invece si aggrappa alla vita con disperata tenacia ed alla fine riesce a spezzare la presa della sua avversaria ed allontanarla.

Tossendo e sputando acqua riemerge e dietro di sé sente che Calypso ha fatto altrettanto. Si volta e si trova di fronte un’oscena parodia di donna dal volto ancora scheletrico in cui si distinguono dei vaghi lineamenti e nelle cui orbite un tempo vuote brillano occhi maligni.

La mascella si muove e da labbra non ancora pienamente formate esce a fatica una voce sepolcrale:

-Ti avrò, Blade, non puoi sfuggirmi.-

-Questo lo vedremo, strega.- ribatte Blade estraendo uno dei suoi coltelli.

            Alle sue spalle la misteriosa creola di nome Dominique osserva con aria apparentemente distaccata, poi mormora qualcosa e Calypso brucia

            Mentre lo scheletro scompare nelle acque Blade si rivolge alla ragazza con voce irata:

-Ce ne hai messo di tempo per intervenire. Fosse dipeso da te, sarei potuto morire.-

            Lei scrolla le spalle e replica:

-Volevo vedere come te la saresti cavata e non mi hai deluso. Ora muoviamoci. Il mio trucchetto non la rallenterà a lungo. Calypso è una delle mambo più potenti che esistano e come ha dimostrato più volte, nemmeno la morte può fermarla, io ho potuto solo rallentarla.-

-Non mi piace scappare.-

            La ragazza sorride.

-A volte non si ha scelta ma se è l’azione che vuoi, presto ne avrai anche troppa, credimi. Siamo vicini alla meta ormai, non lo senti anche tu?-

            Sì, pensa Blade, lo sente. È una sensazione indefinibile fatta di pericolo, malvagità e altro a cui preferisce non pensare.

 

            Citrusville, Florida, oggi. Harlan Stonewall fissa la coppia davanti a lui. L’uomo ha più di trent’anni, biondo, ha l’aria di essere uno di quei tipi di città, ma non di quelle della Florida, una di quelle del Nord. Nel suo sguardo, però, c’è qualcosa che fa capire che non è un uomo comune. Stringe in pugno una sacca che potrebbe contenere un arsenale e magari è proprio così. Non che a Stonewall importi: la Florida è uno Stato dove il Secondo Emendamento gode di molto rispetto.

            La ragazza è bionda anche lei ed indossa una maglietta e dei Jeans, niente bagaglio. Harlan la conosce: è una di lì, una nativa di Citrusville, la nipote del vecchio Joshua Kale, quel fissato con Atlantide ed altre sciocchezze simili.

            Harlan è abbastanza vecchio per ricordarsi Naomi ed Eddie, i figli di Kale. Naomi era una ribelle che finì con lo scappare con un motociclista di passaggio. Eddie era un tipo più serio e riservato. Sia Naomi che Eddie sono morti adesso, un vero peccato. Jennifer e David sono i figli di Eddie. Da quanto si ricorda, Jennifer era partita per una di quelle famose università del Nord ma ora è ritornata in compagnia di quell’uomo. Curioso: si diceva che le piacessero le ragazze.

            Harlan abbandona i ricordi e si rivolge ai due:

-Siete davvero sicuri di voler andare da soli nella palude? Ultimamente accadono cose strane da quelle parti. Beh, in realtà ci accadono da sempre, ma ultimamente le cose sono peggiorate, potete credermi.-

-Siamo adulti tutti e due, Harlan.- taglio corto Jennifer Kale -Io so manovrare un idroscivolante e neanche Frank… Mr. Drake… è uno sprovveduto, quindi, ti vuoi decidere a noleggiarci uno dei tuoi?-

-Nessun problema, Jenny. La vita è vostra dopotutto.-

-Grazie per la perla di saggezza.-

-Sei passata a salutare tuo nonno?-

            Jennifer annuisce brevemente e poi dice:

-Se hai finito con le domande, Harlan, noi avremmo fretta.-

-Seguitemi

            Il vecchio Harlan li accompagna al molo dove tiene gli idroscivolanti e loro ne scelgono uno. Il denaro passa di mano e poi, mentre i due salgono a bordo, Harlan parla di nuovo:

-Posso chiedere perché volete addentrarvi nella palude? Ho idea che non sia per una semplice 'escursione' -

-Cerchiamo un mio amico scomparso da qualche giorno.- risponde Frank Drake.

-Se è entrato là dentro e non ne è ancora uscito, non lo troverete più… vivo.-

-Il mio amico è un tipo tosto.-

            Anche i tipi tosti possono morire nella palude… morire o peggio, pensa il vecchio mentre si allontanano.

 

Los Angeles, California, un paio di notti prima. Il luogo è un club molto riservato, sede di un circolo, qualcuno direbbe una setta, di aderenti al cosiddetto stile di vita vampirico. Non sono veri vampiri ovviamente ma stanotte tra di loro ce ne sono almeno due che lo sono.

Lilith Dracula siede su una poltrona stile liberty come siederebbe su un trono. Da quando è arrivata da Londra ha fatto di questo club il suo quartier generale ed i suoi frequentatori hanno accettato senza praticamente discutere la sua leadership. Alcuni erano perfino eccitati all’idea di incontrare una vera vampira, un po’ come un devoto credente che ha l’opportunità di incontrare il suo dio.

Al suo fianco c’è un uomo dall’aria cupa.

-Ho un compito per te, mio caro Hannibal.- gli si rivolge Lilith -Il tuo vecchio socio Frank Drake sta per partire per la Florida alla ricerca di Blade. Lo accompagnerà Jennifer Kale. Tu dovrai seguirli.-

-Se vuoi che li uccida, mi rifiuto.- ribatte Hannibal King.

            Lilith fa un largo sorriso e replica:

-Al contrario, voglio che tu li protegga.-

 

 

3.

 

 

            Everglades, Florida, oggi. Nell’intrico della palude la luce del sole penetra spesso con difficoltà il che va benissimo a Hannibal King che si risveglia quando il tramonto non è ancora completamente arrivato.

Lilith gli ha imposto di portarsi dietro due dei giovani soci del club dei vampiri ormai totalmente succubi della sua volontà.

Anche se lui non ne è stato entusiasta ora King deve ammettere che senza di loro avrebbe avuto parecchie difficoltà. Sono anche più che volenterosi nel permettergli di usare il loro sangue per nutrirsi, cosa che lui fa con parsimonia, non vuole che muoiono o, peggio, che diventino non morti.

-Voi proseguite senza dare nell’occhio.- ordina poi si muta in pipistrello

            Deve ammettere che ama la sensazione che gli dà il volo e che cacciare una preda è più eccitante di rubare plasma negli ospedali. Ha lasciato che il suo lato oscuro prendesse il sopravvento ma ancora teme ciò che è diventato e potrebbe diventare.

            Ha quasi raggiunto il punto dove dovrebbe trovarsi l’idroscivolante di Drake quando d’improvviso ode il grido di una donna.

 

            Salem, Massachusetts, il giorno prima. Se foste americani e pensaste ad un covo di streghe, forse pensereste a questa cittadina divenuta tristemente famosa per i suoi processi alle streghe.

            In realtà non c’erano vere streghe a Salem, fu un fenomeno si isteria di massa che portò all’impiccagione di innocenti.

            Non c’erano streghe o stregoni a Salem nel 1692, beh forse una o due ma nessuno li scoprì allora, ma oggi? La risposta potrebbe sorprendervi.

            Paula Harper è una donna che ha vissuto molto più di quanto sembri a vederla ed ha visto e sperimentato cose che i comuni mortali non possono nemmeno immaginare senza perdere la ragione e forse Paula Harper l’ha davvero persa perché nei suoi occhi di ghiaccio c’è un lampo di malvagità ed il suo bel volto è segnato da un'espressione difficile da definire.

-Paula, ho bisogno di te.

            Paula conosce quella voce che viene dal nulla, la conosce da più di sessant’anni e conosce l’essere a cui appartiene e che si manifesta davanti a lei nella forma di un uomo con baffi e pizzo caprino e piccole corna che spuntano dai capelli, nudo, a parte un ampio mantello. Lo conosce da quando si è data a lui anima e corpo nel lontano 1954 ottenendo la vita eterna e molto di più.

-Sono ai tuoi ordini, Satana, come sempre.- risponde Paula piegando le labbra in una smorfia.

-Il dolore ti tormenta sempre, mia cara?- chiede il Signore delle Tenebre.

-Lo sai benissimo. Mi hai concesso la vita eterna ma non hai curato il cancro che mi divorava. Hai fatto di me una malata terminale che non può morire.-

-I patti con me non sono mai senza conseguenze, lo sai. Ti ho promesso la vita eterna ma mai che ti avrei liberato dalla sofferenza.-

            L’ironia di quelle parole colpisce Paula Harper che china il capo e quasi sussurrando chiede:

-Cosa vuoi che faccia?-

            Il Diavolo sogghigna compiaciuto.

 

            Colline di Santa Monica, Contea di Los Angeles. Oggi. Il luogo è una cappella sconsacrata dove si è appena svolta una cerimonia della setta satanista chiamata Chiesa dei Dannati.

            Mentre i fedeli si disperdono il Gran Sacerdote e la Grande Sacerdotessa imboccano un passaggio segreto e raggiungono una stanza da letto in una villa isolata. Qui si sfilano i cappucci che ne nascondevano il volto.

L’uomo che si fa chiamare Desmond Kyle si ferma davanti ad uno specchio e sorride soddisfatto all’immagine riflessa che ormai non somiglia molto all’uomo che era un tempo. Molto meglio oggi, pensa.

-Stai cedendo al narcisismo, Pastore?-

            L’uomo si volta verso la donna un’avvenente donna sulla trentina abbondante con i capelli rosso fuoco con due riccioli rivolti verso l’alto.

-Non sono più un sacerdote da secoli, Lucy... non del Dio cristiano, comunque.- replica.

-Ma di mio padre sì, Des, ed è la sola cosa che conta per me.- ribatte Lucille Abadon.

            Lui sogghigna ed aggiunge:

-Se gli elettori conoscessero il tuo segreto chissà se anche il potere di tuo padre basterebbe a convincerli a votare per te.-

-Non falliremo, credimi. I miei avversari più pericolosi, quelli che sanno chi sono davvero, sono dispersi: quell’impiccione del mio fratellastro ed i suoi amici sono impegnati con il Darkhold,[iv] il Dottor Strange è dovuto tornare a New York, Jennifer Kale e Frank Drake sono in Florida. Quando torneranno sarà troppo tardi.-

-A volte i migliori piani degli uomini e dei topi falliscono. Non l’hai mai sentito dire?-

            Lucille Abadon piega le belle labbra in un sorriso maligno e ribatte:

-Non stavolta, Des. Il fallimento non è un’opzione.-

            L’uomo il cui vero nome è Destin Kale si augura che sia davvero così.

 

 

4.

 

 

            Everglades, Florida, oggi. Hannibal King in forma di pipistrello esce dalla vegetazione e quello che vede lascia per qualche istante interdetto perfino lui.

Si trova in una radura in mezzo alla quale c’è un piccolo isolotto di sabbia su cui sorge una torre di pietra dall’aria molto antica e che sembra salire fino al cielo.

In piedi davanti alla torre ci sono due persone che ben conosce: Frank Drake e Jennifer Kale che ora veste il suo bikini metallico ed un mantello azzurro mentre sui suoi capelli è poggiata una tiara. Dalle acque paludose stanno emergendo creature spaventose che sembrano uscite dagli incubi di H.P. Lovecraft. Jennifer recita incantesimi e dalle sue dita partono raggi che respingono gli esseri in questione mentre Drake li tiene a bada con il suo fucile anti creature dell’Occulto chiamato Linda.[v]

King non esita un istante e si tuffa verso l’isola. Nonostante quello che gli è accaduto di recente, non lascerà nei guai i suoi amici.

Piomba sulle creature che sono riuscite ad approdare sull’isola, riprende forma umana, ne afferra una, la solleva sopra la testa e con forza sovrumana la scaglia contro le altre.

-Che ci fai qui, King?- gli chiede Drake.

-Ti salvo le chiappe, non lo vedi?- ribatte il detective vampiro.

-Presto, nella torre!- li esorta Jennifer -Dentro saremo al sicuro.-

            I due non se lo fanno ripetere e si gettano all’interno della torre la cui porta si è magicamente spalancata. Un tonfo sordo subito dopo il loro passaggio li avverte che si è immediatamente richiusa alle loro spalle.

-Gli incantesimi del mio mentore, Dakimh impediscono a qualunque forza malvagia di entrare.- spiega la ragazza.

-Me lo auguro.- ribatte Frank -In ogni caso, finché loro restano là fuori non possiamo andarcene, è come se fossimo prigionieri.-

-Si può sapere come avete fatto a ficcarvi in questo guaio?- chiede King.

-Non è una storia molto lunga.-

 

            Solo poche ore prima. Non appena sono fuori vista Jennifer Kale lascia cadere il suo incantesimo di illusione e riappare vestita con il suo ridotto costumino mentre Frank Drake ora sembra uscito da una vecchia stampa dei tempi della Guerra d’Indipendenza.

-Come sai che stiamo andando nella direzione giusta?- chiede Drake.-

-Conosco bene queste paludi, ci ho trascorso tutto il mio apprendistato come strega sotto la guida del saggio Dakimh l’Incantatore.- risponde Jennifer.

-Ed è stato lui a consigliarti come vestirti? Oltre che un vecchio saggio, doveva essere anche un vecchio porco.-

            Jennifer lo fulmina con lo sguardo ma prima che possa dire qualcosa il suo viso si deforma in una smorfia di dolore e lei si porta le mani alle tempie.

-Che ti succede?- le chiede ancora Frank

-C’è un’atmosfera malsana qui, l’aura di un male antico permea l’intera zona.-

            Prima che Jennifer possa aggiungere altro, qualcosa scuote l’idroscivolante e poi lo solleva dall’acqua rovesciandolo.

            D’istinto Frank afferra la sua sacca un attimo prima di essere scaraventato in acqua e miracolosamente non perde la presa. Risale e la prima cosa che vede sono due occhi maligni e non umani.

            Una creatura più pesce che uomo allunga degli artigli verso di lui. Frank la colpisce d’istinto con la sua sacca sbattendolo lontano.

            Non gli ha fatto realmente male, si sta rialzando e quel che è peggio, non è solo. Altre creature dalle forme bizzarre ed intenzioni maligne lo stanno circondando.

            Freneticamente Frank apre la sacca e ne estrae il fucile speciale che ha chiamato Linda e spara un raggio che colpisce uno dei mostri disintegrandolo.

-Da questa parte, Frank!- grida Jennifer.

            Frank la vede in piedi su un isolotto su cui sorge un’alta torre di pietra.

-E quella da dove spunta?- esclama sorpreso.

            Non c’è tempo per le domande ma solo per correre evitando le mostruose creature.

 

            Everglades, Florida, oggi. Frank Drake termina il suo racconto e Hannibal King commenta:

-Molto interessante e cos’è questo posto? Scommetto che nei depliant pubblicitari delle Everglades non è menzionato.-

-È la dimora di Dakimh.- risponde Jennifer Kale -Normalmente esiste in un’altra dimensione ma può manifestarsi anche in questa come le ho fatto fare io con l’incantesimo appropriato.-

Sei un tipo sveglio, pupa. Dimmi che c’è un modo di andarcene da qui, prima che quei così la fuori trovino il modo di entrare.-

-Come ti ho già detto, gli incantesimi di protezione di Dakimh impediscono di entrare a chiunque non sia invitato.-

-Come accade a noi vampiri? Beh, spero che le creature la fuori lo sappiano perché da come picchiano sulla porta e le pareti, è ovvio che ci tengono molto ad entrare.-

-Venite!- li richiama Frank -La fuori sta succedendo qualcosa.-

Jennifer e King si precipitano accanto a Drake e guardano fuori da una finestra. I mostri hanno smesso di colpire le pareti e si stanno scostando per far passare una figura che è resa indistinguibile dalle tenebre che si sono improvvisamente addensate attorno alla torre ma che sembra umana.

 

 

5.

 

 

            Burbank, Contea di Los Angeles, la stessa notte. Il nome della ragazza bionda è Jazz Jade, o per essere più esatti, è il nome che usa nel suo lavoro di porno attrice in cui ha avuto ed ha uno strepitoso successo. Stanotte, però, non sta lavorando ed ha altre cose in mente, cose decisamente più sinistre.

            Sosta davanti ad una porta e socchiude gli occhi mentre una leggera ruga si forma sulla sua fronte.  Il suo corpo è avvolto da fiamme che non bruciano e quando svaniscono i suoi abiti sono stati sostituiti daun giubbotto di pelle nera con una profonda scollatura e che le lascia l’addome scoperto, un perizoma rosso e stivaletti neri. Sulla sua bocca si forma un sorriso crudele mentre dice:

-È ora di andare a caccia.-

            Scende nel garage e si avvicina ad una moto. Sta per salirvi sopra quando sente improvvisamente un vago odore di zolfo. Si ferma e dissimulando il nervosismo dice:

-Fatti vedere, chiunque tu sia. So che sei qui.-

L’uomo esce da un cono d’ombra. È alto, ha il volto affilato su cui spiccano un paio di baffetti ricurvi ed un pizzetto caprino e veste un impeccabile completo nero gessato tre pezzi. Nella mano destra ha una mela.

            Rivolge a Jazz un sorriso inquietante e le dice:

-Tu ed io dobbiamo parlare… figlia.-

 

            Londra, verso la fine della notte precedente. L’Ispettore Constance Johanssen ha visto molte cose strane da quando è entrata nella Divisione Casi Insoliti del Servizio di Polizia Metropolitana della Grande Londra, noto con il nomignolo di Scotland Yard.

            Casi Insoliti è una definizione che abbraccia tutto ciò che esula dai confini della ragione umana: vampiri, licantropi, libri maledetta, demoni, streghe e stregoni e molto altro, creature che raramente operano alla luce del giorno e questo vuol dire che Constance ed i suoi colleghi fanno spesso i turni di notte.

            Sta cominciando ad albeggiare quando la giovane donna rientra nel suo appartamento ed ha una inaspettata sorpresa: seduto su una poltrona del salotto c’è un uomo alto, atletico, i capelli neri e lunghi su una carnagione forgiata dal mare, che indossa una severa tunica nera, azzurra e verde, i colori della sua casata, con una corta mantellina che arriva appena sotto le spalle. Il suo aspetto giovanile è frutto della magia perché in realtà è molto vecchio.

-Bentornata, Constance.- la saluta cordialmente.

            Mentre si chiude la porta alle spalle Constance lo apostrofa con voce dura:

-Che ci fa qui, Salisgrave? Come è entrato?-

            Sir Victor Salisgrave, Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera e dell’Ordine del Cardo. Signore del Castello di Salisgrave, 25° Lord di Cape Cliff, 19° Conte di Salisgrave, per citarlo con i suoi titoli completi, sorride amabilmente e replica:

-Che modo scortese di rivolgersi a chi ti ha liberato dalla schiavitù che ti aveva imposto Thulsa Doom.-

-Solo per marchiarmi a fuoco come se fossi una vacca e rendermi tua schiava. Ho solo scambiato un padrone con un altro.-[vi]

-Ma io sono un padrone decisamente più benevolo di quello scheletro ambulante e non ti chiederei mai qualcosa che contrasti con la tua etica… beh, questo non è proprio vero ma per fortuna tu hai un’etica piuttosto elastica, dico bene?-

            Constance allunga una mano verso di lui attraversandolo.

-Una dannata proiezione astrale, avrei dovuto saperlo.-

-In effetti, sono ancora nel mio castello in Scozia. Ci sarebbe voluto troppo tempo per raggiungerti. Così è molto più comodo.-

-Insomma, cosa vuoi?-

-Innanzitutto che tu ti rivolga a me con il giusto rispetto che una serva, sia pure di valore, deve al suo padrone.-

            Constance freme. È evidente che Salisgrave la sta punzecchiando, per suo divertimento ma lei non può farci niente. Non ha altra scelta che obbedirgli.

-Molto bene, My Lord, cosa desidera che faccia per lei?- dice a denti stretti.

-Così mi piaci, Constance: obbediente ma non docile.- commenta Salisgrave in tono divertito -Ascoltami bene.-

 

            Everglades, Florida, oggi. La figura misteriosa si fa avanti ed è veramente umana, una donna in effetti. Pelle scura, lunghi capelli neri che le ricadono sui seni e sulla schiena, seminuda. Dalle sue labbra escono parole indistinguibili.

            Improvvisamente il portone di quello che Jennifer Kale ha chiamato il Castello nel Cielo cede di schianto.

-Non è possibile!- esclama la ragazza.

            Purtroppo per lei lo è. Le creature che assediavano la mistica costruzione irrompono all’interno travolgendo le difese degli occupanti.

            Frank Drake scopre che la sua arma improvvisamente non funziona più ed anche la magia di Jennifer Kale è diventata inutile. Hannibal King prova ad usare i suoi poteri di vampiro ma scopre di non averli più.

Per quanto continuino a battersi con coraggio e disperazione, i tre sono presto sopraffatti ed il loro destino sarebbe segnato se improvvisamente non si udisse la voce della donna che si è posta alla guida delle creature:

-Fermi! Il padrone li vuole vivi! Prendeteli e portateli da lui, adesso.-

            Ormai incoscienti, il discendente di Dracula, la giovane strega e il vampiro riluttante sono afferrati e sollevati sopra le loro teste dalle mostruose creature che poi si allontanano verso l’interno della palude.

            Alle loro spalle l’antica torre che fu la dimora di Dakimh l’Incantatore trema per poi crollare come implodendo su se stessa, poi, in un attimo, le macerie e lo stesso isolotto dove la torre sorgeva scompaiono ed è come se non fossero mai esistiti.

 

 

FINE OTTANTASETTESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            In realtà pochissimo da dire,

1)     Paula Harper è un personaggio molto vecchio ed è apparsa per la prima ed unica volta su Journey into Mistery Vol. 1° #17 datato agosto 1954 ad opera di uno sceneggiatore ignoto e del disegnatore Mort Lawrence. Naomi Kale è la madre di Johnny Blaze e Danny Ketch ed è stata Ghost Rider prima di loro. È stata creata da Ivan Velez Jr. & Javier Saltares su Ghost Rider Vol. 3° -1 datato luglio 1997.

Passiamo, ora, al prossimo episodio in cui scopriremo che è accaduto a Blade, Lilith fa una mossa, assisteremo ad un sabba infernale ed ovviamente ci sarà il Diavolo… più di uno, forse.

            Nell’attesa ripassate un po’ di demonologia, potrebbe tornarvi utile. -_^

 

 

Carlo

Carlo



[i] Nientemeno che nel primo episodio di questa serie.

[ii] Nell’episodio #60.

[iii] Sacerdotessa Voodoo.

[iv] Nella serie Hellstrom di Igor Della Libera, ovviamente

[v] Come Linda Blair la protagonista del film “L’esorcista”.

[vi] Nell’episodio #75.